Il silenzio che crea


La risposta di Franca , mia sorella , tramite whatsapp , alla mia domanda che cosa pensasse del mio ultimo lavoro è che :  non capisce i colori .  Ah  bene! – mi sono detta , un pò scontenta , forse lei non conosce l’esperienza dei Fauves  ,  il rosso del cielo e del mare le sembrano colori  innaturali , fuori dall’usuale. Allora le invio una foto,  presa dal web, di un tramonto , quando realmente il cielo e il mare sono rossi  . Lei , si scusa  con molto garbo , come sempre lei sa fare ,  mi dice di non riuscire a giudicare con libertà e certezza, avverte nell’opera una certa inquietudine nel tramonto e nella presenza, quasi surreale ,  concentrata degli uccelli e dei pesci .  E come  nei suoi pensieri , anche nel mio lavoro avverte la presenza inquietante del corona virus , non riesce a liberarsene , l’infezione è  sempre in agguato , vorrebbe distrarsi , divertirsi , ma non riesce , le manca quella forza, quella  spensieratezza , quella libertà , che forse solo con la fine della pandemia potrà raggiungere .

ll volo dei gabbiani ”  L’opera consiste in un trittico , acrilico su cartone , di cui ogni pannello misura cm 58 xcm 48

Riconosco che l’analisi di Franca sul mio lavoro  non è  distante dalla mia -Niente di tutto questo era stato personalmente previsto  o programmato .  Il contenuto del dipinto è il risultato di un progredire  spontaneo  , senza struttura , senza progetto , senza disegno di base ,  un ‘evoluzione istintiva che ha sorpreso anche me

Dipingere in questo periodo di isolamento è stato di gran sollievo . la mia cura, la terapia efficace per superare la criticità del  covid 19 . Soddisfatta per essermi isolata e anche divertita ,  nel mio  angolo dei colori, ho ingannato il tempo e la pandemia , ma non il mio inconscio  , i miei timori le mie paure emergono  dall’insistenza sui gabbiani , dai loro voli , le diverse direzioni, nessuno di loro è uguale all’altro , una ricerca inquietante e smaniosa di libertà  , di varcare il confine oltre il paesaggio, voglia di mondi nuovi e  diversi . Per questo, con lealtà ,  l’analisi di Franca , inizialmente per me sconcertante , è quella che poi più si avvicina  al vero .

L’opera , prima del corona virus : era una veduta panoramica del Vesuvio , mare e cielo . Un’ icona generica partenopea da stampare per sempre dentro di me in un momento in cui  si progammava la vendita della casa per stabilirci al nord vicino mia figlia. Ma il risultato così semplice semplice non mi piaceva e dopo le smorfie di Pascal , l’esperto di casa, nel vederla , l’avevo anch’io  ripudiata , con il proposito di modificarla in tempi successivi .

Con l’arrivo della pandemia e ” io resto a casa” quale attività migliore per riempire le giornate , se non quella di riprendere il mio panorama ? Riprendo i pennelli e aggiungo,  in primo piano , delle piante grasse , quelle che ho sul balcone di casa. Elementi vivi e transitori, tra la mia abitazione , spazio privato e lo spazio di fronte  , libero , eterno ed immutabile , le piante alle quali presto quotidianamente  tutta la mia attenzione e la mia fiducia perchè  esempio di forza, di ripresa , di fioritura, di rinascita .  L’opera comincia a piacermi  , ma manca qualcosa , qualcosa che dia più dinamismo , qualcosa che aiuti a guidare gli occhi  verso l’orizzonte ,  che dia vivacità . Aggiungo quindi  i gabbiani. Prima in numero di tre , poi cinque , poi sette , qualcuno più vicino, e anche più grande, poi diventano nove, undici ed infine tredici .Più passano i giorni , chiusa in casa , e più il numero dei gabbiani aumenta , di volta in volta, lo spazio si riempie , forse troppo , ” horror vacui” ? Non so ….e qui c’è stata la sorpresa , il risultato della mia ricerca.

 

Non mi sono mai piaciuti gli uccelli , in particolare i gabbiani. L’esperienza di qualche anno fa, ha lasciato un ricordo  spaventoso : Puffy , la bellissima mia cagnolina,  abbaiava sul balcone , attirando l’attenzione di un gigantesco gabbiano che si avvicinò minaccioso. L’ apertura delle ali era enorme , mai visto una cosa simile in vita mia, e poichè altre volte avevo visto gabbiani afferare le colombe per poi mangiarle , mi sono spaventata ,  con immediato riflesso , spinsi dentro l’abitazione Puffy , chiudendo in fretta i battenti delle imposte. Con l’idea che i gabbiani all’occorrenza diventano anche rapaci, non avevo gran simpatia per loro  , ma tutt’altro. Venendo al tempo del corona virus , l’immobilità  , il deserto delle strade, il silenzio metafisico , che ha lasciato sconcertati tutti , la situazione nuova , diversa, mai vissuta da quando sono nata, hanno posto in me la domanda ” Ma gli uccelli , unici esseri  presenti  in questi spazi urbani  incantati, si saranno accorti di quello che sta succedendo ? Si saranno chiesti come mai solo loro , liberi , indisturbati sono padroni di scegliere cosa fare e dove andare? Affacciata al balcone è stata una emozione vederli volare , mi sembravano felici , sicuramente unici a rallegrarsi di questa situazione. E così ho voluto inserirli nel mio paesaggio considerandoli emblema della libertà. Ho dovuto documentarmi sulla loro forma , proporzione  ecc,  quello che mi ha colpito di più è la loro coda , non mi ero mai accorta che in volo l’ aprono a ventaglio e che la luce del sole rende le loro penne luminose e quasi trasparenti . Conferire slancio ai loro corpi ed energia alle loro ali, quando sono in volo, sospenderli nell’aria , evitando di appesantirli con il chiaro scuro è stata una ricerca entusiasmante , forse per questo ne ho aggiunti tanti alla composizione .

Mi sono distratta , ho avuto la mente impegnata , rivolta alla bellezza della creatività, mi sono lasciata guidare dall’istinto , consapevole della forza rigeneratrice  e del potere salvifico . Il momento storico  che stiamo vivendo è seriamente drammatico  ,  difficile  ritornare ad essere come prima . Incredibili e scandalosi,  alla luce dei fatti , tanti gli episodi tristi , ingiusti, negativi che stanno emergendo . Ci auguriamo  di uscirne fuori al più presto  ,  più forti , più coraggiosi , più altruisti  ………..tanto lo sappiano  basta iniziare , porre le basi e poi piano piano , lasciandoci guidare dai principi di solidarità e onestà , buon senso e  giusta dose d’ impegno , si ricostruisce tutto!!!

6 Risposte a “Il silenzio che crea”

  1. Grazie Rita, si vede che sei mia sorella e mi conosci bene! Leggi nei miei pensieri anche quello che non riesco a dire! Un forte abbraccio!❤😍🤷‍♀️❤🥰

  2. Ho visto i dipinti e ho letto la didascalia. Sai che ti dico! Incosciamente hai ripreso i colori dell’arcobaleno, il disegno dei bambini fatto a casa con su scritto “andrà tutto bene”, anzi non ho visto sconforto, ma una speranza, una alleanza con il futuro che tornerà a colorarsi tutto intorno e i gabbiani, che in questo periodo sono aumentati sulla terraferma, ci consolano con il loro nitido garrito e trasmettono l’attesa che ben presto il loro canto si diffonderà con il frastuono della strada.

  3. Oggi 7 Maggio 2020 , il Papa ha pregato per gli artisti ,che ci fanno capire la bellezza, il bello aiuta a capire anche il Vangelo

  4. Lasciare una traccia della propria vita sulla terra è una grande soddisfazione ! Complimenti

  5. È interessante leggere tutto il percorso creativo….. credo sia un’opera significativa perché esprime appieno il momento storico e soprattutto l’interiorità di chi lo sta vivendo!
    Complimenti 😊

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