A chi non c’è più

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Ti cerco. Incessantemente.
Cerco le tue dediche sui libri, le tue foto negli album dei ricordi, i tuoi mi piace ai vecchi post sui social.
Ti cerco nei profumi che usavi, nei colori che più ti piacevano.
Ti cerco tra le onde del mare, consapevole che a te il mare piaceva di più quando era calmo e piatto come una tavola.
Ti cerco nelle sfumature di rosa e arancione dei tramonti, tra le stelle quando è notte.
Ti cerco sul balcone di casa dove ti affacciavi spesso e osservavi il mondo andare avanti. Adesso faccio lo stesso e non riesco a capacitarmi di come ci riesca se tu non ci sei.
Ti cerco tra i fiori, tra le orchidee e i fiori d’arancio.
Ti cerco tra i versi di canzoni che in realtà non hai mai ascoltato.
Ti cerco tra i racconti e i ricordi delle persone che ti hanno amato e che ti amano ancora.
Ti cerco nel mio sorriso.
Ti cerco. Incessantemente. Disperatamente.
Ti cerco. E ti trovo dentro me.
Sappi che ti sento, ma che fa male lo stesso.
Mi manchi. Irrimediabilmente.
Ma ti amo. Imprescindibilmente.❤️ 

La mia mamma

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Spinta  dalle bellissime immagini di mamme , pubblicate  sui social  , postate da amici , colleghi , parenti ecc.  elogiate dai figli , dai mariti , “congiunti” e loro cari, anch’io , incapace di astenermi , mi attivo a pubblicare , non tanto per la “la festa della mamma” , che ricorre questo mese ,  ma per  la sua nascita   e per non dimenticarla più,  lasciare tracce sul web è un po’ come immortalarle  .  Nata il 15 Maggio del 1913 in Via Merliani N. 17  Napoli ,  permette di capire che è  tanto tempo fà  e che io stessa non essendo  giovanissima , giustifico il  timore di dimenticare.  Nella foto del 1938  , la mia mamma , di nome  Nina ,  ha circa 25 anni . La sola immagine ,  ferma nel tempo , conseva il suo sguardo, il suo sorriso , suscita in me una grande emozione , sono io che vado indietro nel tempo o è lei che magicamente  ricompare in questa vita tanto diversa  , l’epoca dei social , come un qualsiasi evento quotidiano  ?

 Nella foto , la mia mamma , ancora non era sposata , io non ero ancora nata. Mi raccontava , quando era ancora con noi , che la foto fu inviata ad Addis Abeba in Etiopia  , dove il mio futuro papà era militare . Proprio quell’anno si sposarono per procura , lei in compagnia della sua mamma , mia nonna Giggetta , raggiunsero  lo sposo in Africa. I miei primi 2 fratelli, Romeo e Salvatore ,  sono nati li , in Africa  prima della guerra …………….. la storia è lunga , forse un giorno la racconterò tutta!!

 Ovunque tu sia , Buon Compleanno Mamma , tanti AUGURI! Tu sei sempre con noi, nei nostri pensieri , nei nostri cuori !

P.S.  la poesia di Rita ricopiata da un precedente articolo……

LA MIA MAMMA

 La mia mamma aveva il profumo delle mamme,
profumo di rose  quando cantava “la vie in rose “,

profumo di violette quando faceva buffe piroette,

profumo di pane sfornato quando preparava il pranzo,

profumo di mughetto quando spiava le mie incertezze,

profumo di sole caldo quando tremavo per la febbre,

profumo d’arancio quando si alterava,

profumo di sandalo quando pregava,

profumo di giglio quando insegnava,

profumo di ginestre quando manifestava
le sue  preoccupazioni, 

profumo di lavanda quando stendeva i panni,

profumo di limone quando lavava i piatti.

 Era un bouquet di fiori profumato e variopinto
poi…………
   i fiori incominciarono a scolorirsi
  ma il profumo è rimasto…
ancora adesso…
  nella sua casa, nei suoi cassetti.
……………
Era la mia mamma ed aveva il profumo delle mamme.

                         Scritta da   RITA  , mia sorella.

Oggi 15 Maggio 2017 la mia mamma compirebbe 103 anni, sono 18 anni che manca , ma io la sento sempre presentela-mia-mammaLa mamma alla finestra tra i gerani rossi

……mi sono arrivate alcune foto che vorrei condividere risalgono a circa 70 anni fa , per me preziosissime oltre che magiche .Se non fosse per la tecnologia di oggi non le potrei mai rivivere come argomento quotidiano

I miei genitori , la piccola bimba sono io
Maria piccola, così mi chiamavano per distinguermi da un’altra Maria che abitava alla porta accanto , un pò più grande di età .Con il passare degli anni io sono cresciuta in altezza , ma tutti i conoscenti continuarono a chiamarmi Maria Piccola.

Maggio è il mese delle rose, il mese dedicato alle mamme, il mese che precede l’estate… Il mese della semplicità…

La forza delle mani

Per chi sta sempre in biblioteca a leggere,  l’attività intellettuale è molto importante per lo sviluppo delle funzioni intellettive, ma lo sono molto di più le attività manuali  per le funzioni cerebrali. Toccando un qualsiasi oggetto riusciamo a renderci conto quali sono le sue caratteristiche fisiche e il tatto rappresenta una delle più primitive forme di comunicazione.

Significativo a tal proposito,  oggi sulla pagina di ” Poeti viandanti” …..

“.….il dolore si trasformerà nel più bel capolavoro ….”

L'immagine può contenere: una o più persone e primo piano

-Nonna come si affronta il dolore?-

– Con le mani, tesoro. Se lo fai con la mente il dolore, invece di ammorbidirsi, s’indurisce ancora di più.
– Con le mani nonna?
– Sì. Le nostre mani sono le antenne della nostra anima. Se le fai muovere cucendo, cucinando, dipingendo, suonando o sprofondandole nella terra invii segnali di cura alla parte più profonda di te. E la tua anima si rasserena perché le stai dando attenzione. Così non ha più bisogno di inviarti dolore per farsi notare.
– Davvero le mani sono così importanti?
– Si, bambina mia. Pensa ai neonati: loro iniziano a conoscere il mondo grazie al tocco delle loro manine. Se guardi le mani dei vecchi ti parlano della loro vita più di qualsiasi altra parte del corpo. Tutto ciò che è fatto a mano si dice che è fatto con il cuore. Perché è davvero così: mani e cuore sono connessi.

I massaggiatori lo sanno bene: quando toccano il corpo di un’altra persona con le loro mani creano una connessione profonda. È proprio da questa connessione che arriva la guarigione. Pensa agli innamorati: quando le loro mani si sfiorano fanno l’amore nel modo più sublime.
– Le mie mani nonna… da quanto tempo non le uso così!
– Muovile tesoro mio, inizia a creare con loro e tutto dentro di te si muoverà. Il dolore non passerà. Ma si trasformerà nel più bel capolavoro. E non farà più male. Perché sarai riuscita a ricamarne l’essenza. 
(Elena Bernabè)

Immagine di Teiho Lemaire Bennett, “Forever Young”

Ho perso più di un fratello

Ho perso più di un fratello;
ho perso un compagno di formazione;
ho perso un compagno di strada che conosceva la strada;
ho perso un compagno di lotta;
ho perso un frammento d’ideale comune;
ho perso una connessione col tempo;
ho perso una connessione con la mia memoria;
ho perso un pezzo della mia terra;
ho perso un pezzo della mia storia;
ho perso un pezzo della mia ricerca;
ho perso un mio riflesso;
ho perso un pezzo di me in relazione con gli altri;
ho perso chi poteva parlare per me;
ho perso chi poteva rispondere per me;
ho perso chi poteva naturalmente interpretare e comprendere i miei pensieri, non perché fossero i suoi, ma perché li capiva in quanto miei;
ho perso chi è stato sempre al mio fianco;
ho perso chi mi è stato sempre vicino e non ha mai giudicato e sempre compreso;
ho perso chi sapeva che il dialogo è fatto anche di silenzi e la parola soltanto uno spazio per sentirli;
ho perso chi riusciva a comunicare a me anche con altre vie;
ma questa volta qualcosa deve non avere funzionato,
il messaggio non è pervenuto, forse ero distratto e forse l’isola ti isola e ti disconnette dalla percezione del tempo che altrove scorre più veloce;
ho perso un alter ego, un’energia, una connessione col tempo, con lo spazio, con il linguaggio, con la percezione del presente;
ho perso consapevolezza d’essere custodita nell’altro,
ho perso un altro me.
Scrivo ho perso, in realtà abbiamo perso tutti, abbiamo perso tutti qualcosa di prezioso;
se questo fosse un mondo giusto, un sistema culturale giusto, un sistema che premia il talento (invece che tutte quelle stronzate che chiamano merito e professionalità), in questo momento si dovrebbero chiudere tutti gli eventi culturali e le esposizioni d’arte che celebrano l’effimero nulla;
l’Accademia di Belle Arti di Napoli dovrebbe chiudere per un giorno e con lei tutte le Accademie del mondo;
quando scompare un artista così, scompare un patrimonio dell’umanità, dovrebbero saperlo tutti, ricordarlo tutti e piangerlo tutti;
il suo valore dovrebbero riconoscerlo tutti, anche i suoi emulatori e imitatori, anche chi sulla sua ricerca costruiva il suo profilo professionale e conquistava cattedre Accademiche, facile fare gli artisti con le ricerche fatte del sangue degli altri;
niente era importante per lui quanto la sua dimensione artistica e quella era soltanto sua e nessuno potrà mai portargliela via;
nessuno potrà dire nel nome del suo mercato di essere arrivato prima di lui, non è vero, è un falso storico;

nessuno dovrà mai offenderne l’opera e l’operato, perché il suo lavoro è la Storia dell’Arte, la mia generazione è Gennaro Cilento tutto il resto sono stronzate da operette che non hanno niente a che vedere con la vita reale, con la reale anima dei luoghi, dei miei luoghi, di Napoli, della Sanità che resiste a tutto e si adatta a tutto.

Abbiamo perso qualcosa d’importante da continuare a difendere per sempre e chi non l’ha visto e/o compreso se ne può andare allegramente affanculo per quanto mi riguarda, da qui all’eternità, mi manchi Gennaro Cilento, mi è esploso l’inferno dentro, vorrei chiederti di tornare subito, prima che puoi, quando vuoi, ma torna…

Quando Dio creo’ l’amore

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 Quando Dio creò l’amore

“Quando Dio creò l’amore non ci ha aiutato molto
quando Dio creò i cani non ha aiutato molto i cani
quando Dio creò le piante fu una cosa nella norma
quando Dio creò l’odio ci ha dato una normale cosa utile
quando Dio creò Me creò Me
quando Dio creò la scimmia stava dormendo
quando creò la giraffa era ubriaco
quando creò i narcotici era su di giri
e quando creò il suicidio era a terra

Quando creò te distesa a letto
sapeva cosa stava facendo
era ubriaco e su di giri
e creò le montagne e il mare e il fuoco
allo stesso tempo

Ha fatto qualche errore
ma quando creò te distesa a letto
fece tutto il Suo Sacro Universo.”

Charles Bukowski
illustrazione Lorenzo Mattotti

 

Inno alla vita

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Oggi su RAI Uno,  dopo la messa della mattina sono state ricordate le seguenti  parole di Santa Teresa di Calcutta .Le avrò sentite tante altre volte , ma oggi mi hanno particolarmente colpito e vorrei invitare chi mi legge a riflettere sulla profondità di queste bellissime parole.

Inno alla vita (Madre Teresa di Calcutta)


La vita è bellezza, ammirala.

La vita è un’opportunità, coglila.

La vita è beatitudine, assaporala.

La vita è un sogno, fanne una realtà.

La vita è una sfida, affrontala.

La vita è un dovere, compilo.

La vita è un gioco, giocalo.

La vita è preziosa, abbine cura.

La vita è una ricchezza, conservala.

La vita è amore, donala.

La vita è un mistero, scoprilo.

La vita è promessa, adempila.

La vita è tristezza, superala.

La vita è un inno, cantalo.

La vita è una lotta, accettala.

La vita è un’avventura, rischiala.

La vita è felicità, meritala.

La vita è la vita, difendila.

 

 

Io te vurria vasà

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Io te vurria vasà – sospira la canzone,
ma prima e più di questo io ti vorrei bastare
come la gola al canto e come il coltello al pane
come la fede al santo io ti vorrei bastare.
E nessun altro abbraccio potessi tu cercare
in nessun altro odore addormentare,
io ti vorrei bastare.

Io te vurria vasà – insiste la canzone,
ma un po’ meno di questo io ti vorrei mancare,
più del fiato in salita,
più di neve a Natale,
più di benda su ferita,
più di farina e sale.

E nessun altro abbraccio potessi tu cercare
in nessun altro odore addormentare.

Io ti vorrei bastare.”
( Erri De Luca )

Il fascino della lavandaia nel presepe

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Finalmente , direttamente da San Gregorio Armeno , Napoli , è arrivata sul il mio presepe la figuretta della lavandaia!!!!Un personaggio caratteristico della tradizione presepiale che mancava  da tempo! Mi ha sempre coinvolto e particolarmente interessata il suo significato allegorico , sebbene  semplice e abbastanza evidente :  infatti  pulire i panni rappresenta la pulizia dell’anima dal peccato. La lavandaia nella tradizione è associata alla levatrice. In alcuni Vangeli apocrifi , nelle sacre rappresentazioni medievali, dall’iconografia orientale e da tradizioni cristiane extraliturgiche, si racconta che una delle levatrici mise in dubbio la verginità di Maria, arrivando a voler “toccare” per controllare. Come si avvicinò a Maria, fu punita per la sua incredulità e perse la mano. La stessa levatrice, successivamente in adorazione del Bambino che era appena nato, gli diede una carezza, e per premio riebbe la mano. La lavandaia del Presepe rappresenta proprio questo personaggio
Nel protovangelo di Giacomo si legge: «E la levatrice uscí dalla grotta e Salomè si imbatté in lei.
Ed ella disse: – Salomè, Salomè, una vergine ha partorito, ciò di cui la sua natura non è capace -.
E Salomè disse: – Com’è vero che Dio esiste, se non metterò il dito e non esaminerò la sua natura, non crederò mai che la vergine ha partorito» (A. Di Nola, Vangeli apocrifi, Ed. Lato Side, Roma P. 47).
In conformità con tale versione si trovano sui presepi orientali più levatrici di Maria (lavandaie) che, dopo aver lavato il Bambino, stendono ad asciugare i panni del parto, il cui candore è suggestivo per un confronto con la verginità di Maria.

La mia mamma

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LA MIA MAMMA

 La mia mamma aveva il profumo delle mamme,
profumo di rose  quando cantava “la vie in rose “,

profumo di violette quando faceva buffe piroette,

profumo di pane sfornato quando preparava il pranzo,

profumo di mughetto quando spiava le mie incertezze,

profumo di sole caldo quando tremavo per la febbre,

profumo d’arancio quando si alterava,

profumo di sandalo quando pregava,

profumo di giglio quando insegnava,

profumo di ginestre quando manifestava
le sue  preoccupazioni, 

profumo di lavanda quando stendeva i panni,

profumo di limone quando lavava i piatti.

 Era un bouquet di fiori profumato e variopinto
poi…………
   i fiori incominciarono a scolorirsi
  ma il profumo è rimasto…
ancora adesso…
  nella sua casa, nei suoi cassetti.
……………
Era la mia mamma ed aveva il profumo delle mamme.

                         Scritta da   RITA  , mia sorella.

Oggi 14 Maggio 2017 la mia mamma compirebbe 103 anni, sono 18 anni che manca , ma io la sento sempre presentela-mia-mamma

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                                                                                               Era bellissima!