La forza delle mani

Per chi sta sempre in biblioteca a leggere,  l’attività intellettuale è molto importante per lo sviluppo delle funzioni intellettive, ma lo sono molto di più le attività manuali  per le funzioni cerebrali. Toccando un qualsiasi oggetto riusciamo a renderci conto quali sono le sue caratteristiche fisiche e il tatto rappresenta una delle più primitive forme di comunicazione.

Significativo a tal proposito,  oggi sulla pagina di ” Poeti viandanti” …..

“.….il dolore si trasformerà nel più bel capolavoro ….”

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-Nonna come si affronta il dolore?-

– Con le mani, tesoro. Se lo fai con la mente il dolore, invece di ammorbidirsi, s’indurisce ancora di più.
– Con le mani nonna?
– Sì. Le nostre mani sono le antenne della nostra anima. Se le fai muovere cucendo, cucinando, dipingendo, suonando o sprofondandole nella terra invii segnali di cura alla parte più profonda di te. E la tua anima si rasserena perché le stai dando attenzione. Così non ha più bisogno di inviarti dolore per farsi notare.
– Davvero le mani sono così importanti?
– Si, bambina mia. Pensa ai neonati: loro iniziano a conoscere il mondo grazie al tocco delle loro manine. Se guardi le mani dei vecchi ti parlano della loro vita più di qualsiasi altra parte del corpo. Tutto ciò che è fatto a mano si dice che è fatto con il cuore. Perché è davvero così: mani e cuore sono connessi.

I massaggiatori lo sanno bene: quando toccano il corpo di un’altra persona con le loro mani creano una connessione profonda. È proprio da questa connessione che arriva la guarigione. Pensa agli innamorati: quando le loro mani si sfiorano fanno l’amore nel modo più sublime.
– Le mie mani nonna… da quanto tempo non le uso così!
– Muovile tesoro mio, inizia a creare con loro e tutto dentro di te si muoverà. Il dolore non passerà. Ma si trasformerà nel più bel capolavoro. E non farà più male. Perché sarai riuscita a ricamarne l’essenza. 
(Elena Bernabè)

Immagine di Teiho Lemaire Bennett, “Forever Young”

Napoli, capitale di un Regno

Ogni tanto qualcuno l’afferma con convinzione ,  la conosce bene , è  la propria città , ha le proprie radici ed io ne sono felice perchè  è la verità . Questa volta a parlarne è un famoso musicista , colgo l’occasione per ribadilo e trascrivo nel mio blog la notizia

Di Napoli non sanno niente, c’è una Napoli colta, dalla storia irripetibile, che non si conosce“. Parole del maestro Riccardo Muti, presente oggi nella città partenopea per l’apertura della mostra “Carta Bianca” al Museo e Real Bosco di Capodimonte.

Girando in giro per il mondo combatto continuamente contro un luogo comune. Di Napoli non sanno niente, conoscono le sue bellezze, certo, ma c’è una Napoli colta, una Napoli di una storia irripetibile,che non si conosce” spiega il maestro. Molto spesso si parla della delinquenza napoletana. E ci si dimentica – prosegue Muti – che al mondo esistono città dove la gente muore numericamente ogni giorno molto di più che al Napoli. Ci sono state pubblicità negative che continuano a dominare e che oscurano la sostanza vera di una città unica al mondo. C’è un centro artistico che si mangia qualsiasi altra città al mondo“.

Un passato, secondo Riccardo Muti, un po’ troppo dimenticato e non coltivato a dovere: “Quanti oggi si rendono conto a Napoli di avere un tale passato – si chiede – come napoletano che gira il mondo mi ribello sempre a questa immagine folcloristica della città che viene portata avanti, con delle canzoni che si piangono addosso, cantate non come dovrebbero essere cantate, ma urlate, e con l’immagine di spaghetti, pomodoro e mamma. La verità è che non abbiamo fatto molto per portare l’attenzione del mondo su Napoli. È vero, c’è l’attenzione di quelle poche persone nel mondo che conoscono il valore di Napoli, ma dobbiamo fare molto di più per comprendere che si fa parte di una storia e di una città dove si può ripercorrere tutta la storia dell’umanità dai Greci fino a oggi: quale altra città può metterci in contatto fisicamente con la storia dell’umanità, se non Napoli? Se l’America avesse il Museo di Capodimonte lo conoscerebbe tutto il mondo e l’avvicinarsi a tale patrimonio sarebbe un atto di sacralità“.

Prima domenica di Maggio

 

 

 

Filastrocca di un’altra estate (from Amélie)-ampia versione         

Aspetto con ansia la domenica , da quando siamo in quarantena,  è il giorno che Yuri riprende Caterina al pianoforte . Di solito lei si prepara durante la settimana , i brani, tutti nuovi per lei ,  li ha studiati in questi giorni , costretta a rimanere in casa. Il lavoro quotidiano  le aveva fatto dimenticato di aver studiato al conservatorio per tanti anni .  

 

Il silenzio che crea


La risposta di Franca , mia sorella , tramite whatsapp , alla mia domanda che cosa pensasse del mio ultimo lavoro è che :  non capisce i colori .  Ah  bene! – mi sono detta , un pò scontenta , forse lei non conosce l’esperienza dei Fauves  ,  il rosso del cielo e del mare le sembrano colori  innaturali , fuori dall’usuale. Allora le invio una foto,  presa dal web, di un tramonto , quando realmente il cielo e il mare sono rossi  . Lei , si scusa  con molto garbo , come sempre lei sa fare ,  mi dice di non riuscire a giudicare con libertà e certezza, avverte nell’opera una certa inquietudine nel tramonto e nella presenza, quasi surreale ,  concentrata degli uccelli e dei pesci .  E come  nei suoi pensieri , anche nel mio lavoro avverte la presenza inquietante del corona virus , non riesce a liberarsene , l’infezione è  sempre in agguato , vorrebbe distrarsi , divertirsi , ma non riesce , le manca quella forza, quella  spensieratezza , quella libertà , che forse solo con la fine della pandemia potrà raggiungere .

ll volo dei gabbiani ”  L’opera consiste in un trittico , acrilico su cartone , di cui ogni pannello misura cm 58 xcm 48

Riconosco che l’analisi di Franca sul mio lavoro  non è  distante dalla mia -Niente di tutto questo era stato personalmente previsto  o programmato .  Il contenuto del dipinto è il risultato di un progredire  spontaneo  , senza struttura , senza progetto , senza disegno di base ,  un ‘evoluzione istintiva che ha sorpreso anche me

Dipingere in questo periodo di isolamento è stato di gran sollievo . la mia cura, la terapia efficace per superare la criticità del  covid 19 . Soddisfatta per essermi isolata e anche divertita ,  nel mio  angolo dei colori, ho ingannato il tempo e la pandemia , ma non il mio inconscio  , i miei timori le mie paure emergono  dall’insistenza sui gabbiani , dai loro voli , le diverse direzioni, nessuno di loro è uguale all’altro , una ricerca inquietante e smaniosa di libertà  , di varcare il confine oltre il paesaggio, voglia di mondi nuovi e  diversi . Per questo, con lealtà ,  l’analisi di Franca , inizialmente per me sconcertante , è quella che poi più si avvicina  al vero .

L’opera , prima del corona virus : era una veduta panoramica del Vesuvio , mare e cielo . Un’ icona generica partenopea da stampare per sempre dentro di me in un momento in cui  si progammava la vendita della casa per stabilirci al nord vicino mia figlia. Ma il risultato così semplice semplice non mi piaceva e dopo le smorfie di Pascal , l’esperto di casa, nel vederla , l’avevo anch’io  ripudiata , con il proposito di modificarla in tempi successivi .

Con l’arrivo della pandemia e ” io resto a casa” quale attività migliore per riempire le giornate , se non quella di riprendere il mio panorama ? Riprendo i pennelli e aggiungo,  in primo piano , delle piante grasse , quelle che ho sul balcone di casa. Elementi vivi e transitori, tra la mia abitazione , spazio privato e lo spazio di fronte  , libero , eterno ed immutabile , le piante alle quali presto quotidianamente  tutta la mia attenzione e la mia fiducia perchè  esempio di forza, di ripresa , di fioritura, di rinascita .  L’opera comincia a piacermi  , ma manca qualcosa , qualcosa che dia più dinamismo , qualcosa che aiuti a guidare gli occhi  verso l’orizzonte ,  che dia vivacità . Aggiungo quindi  i gabbiani. Prima in numero di tre , poi cinque , poi sette , qualcuno più vicino, e anche più grande, poi diventano nove, undici ed infine tredici .Più passano i giorni , chiusa in casa , e più il numero dei gabbiani aumenta , di volta in volta, lo spazio si riempie , forse troppo , ” horror vacui” ? Non so ….e qui c’è stata la sorpresa , il risultato della mia ricerca.

 

Non mi sono mai piaciuti gli uccelli , in particolare i gabbiani. L’esperienza di qualche anno fa, ha lasciato un ricordo  spaventoso : Puffy , la bellissima mia cagnolina,  abbaiava sul balcone , attirando l’attenzione di un gigantesco gabbiano che si avvicinò minaccioso. L’ apertura delle ali era enorme , mai visto una cosa simile in vita mia, e poichè altre volte avevo visto gabbiani afferare le colombe per poi mangiarle , mi sono spaventata ,  con immediato riflesso , spinsi dentro l’abitazione Puffy , chiudendo in fretta i battenti delle imposte. Con l’idea che i gabbiani all’occorrenza diventano anche rapaci, non avevo gran simpatia per loro  , ma tutt’altro. Venendo al tempo del corona virus , l’immobilità  , il deserto delle strade, il silenzio metafisico , che ha lasciato sconcertati tutti , la situazione nuova , diversa, mai vissuta da quando sono nata, hanno posto in me la domanda ” Ma gli uccelli , unici esseri  presenti  in questi spazi urbani  incantati, si saranno accorti di quello che sta succedendo ? Si saranno chiesti come mai solo loro , liberi , indisturbati sono padroni di scegliere cosa fare e dove andare? Affacciata al balcone è stata una emozione vederli volare , mi sembravano felici , sicuramente unici a rallegrarsi di questa situazione. E così ho voluto inserirli nel mio paesaggio considerandoli emblema della libertà. Ho dovuto documentarmi sulla loro forma , proporzione  ecc,  quello che mi ha colpito di più è la loro coda , non mi ero mai accorta che in volo l’ aprono a ventaglio e che la luce del sole rende le loro penne luminose e quasi trasparenti . Conferire slancio ai loro corpi ed energia alle loro ali, quando sono in volo, sospenderli nell’aria , evitando di appesantirli con il chiaro scuro è stata una ricerca entusiasmante , forse per questo ne ho aggiunti tanti alla composizione .

Mi sono distratta , ho avuto la mente impegnata , rivolta alla bellezza della creatività, mi sono lasciata guidare dall’istinto , consapevole della forza rigeneratrice  e del potere salvifico . Il momento storico  che stiamo vivendo è seriamente drammatico  ,  difficile  ritornare ad essere come prima . Incredibili e scandalosi,  alla luce dei fatti , tanti gli episodi tristi , ingiusti, negativi che stanno emergendo . Ci auguriamo  di uscirne fuori al più presto  ,  più forti , più coraggiosi , più altruisti  ………..tanto lo sappiano  basta iniziare , porre le basi e poi piano piano , lasciandoci guidare dai principi di solidarità e onestà , buon senso e  giusta dose d’ impegno , si ricostruisce tutto!!!

Rispetto per chi prega e crede

Papa Francesco: l'indulgenza plenaria in una piazza San Pietro ...

“HO VISTO UN UOMO

Ho visto un Uomo
vestito di bianco
e stanco
sotto la pioggia battente
e il vento freddo
salire lento
verso l’altare
carico di dolore
di sofferenza
ma anche di speranza.

Ho visto un Uomo
anziano
zoppicante
fare le tante scale
con sulle sue spalle
tutto il dolore del mondo.

Ho visto un Uomo
concentrato
nel suo silenzio
fremente
nella sua preghiera
chiedere il perdono
di tutti i peccati
degli uomini
e la loro Salvezza.

Ho visto un Uomo,
uomo fra gli uomini,
innalzarsi
su tutti
e pregare
per tutti.

Ho visto un Uomo
dire
“nessuno si salva da solo”
perché
non siamo soli
se crediamo
in Dio
e nella sua Salvezza.

Ho visto un Uomo
che,
con tutti gli altri uomini del mondo,
si salverà
perché ha creduto
e crederà
per sempre.🙏

Grande rispetto per chi crede e prega, ma anche per chi non crede ed è religioso a modo suo (la ricerca di un senso della vita).
Meno stima per chi non ricerca e non rispetta.

Nel tempo del Coronavirus

Quanti giorni ancora dovranno passare prima di tornare alle nostre abitudini quotidiane?Usciremo salvi da questa tremenda situazione? Possibile che non si era mai neanche lontanamente pensato ad una tale pandemia? Impreparati e inadeguati a qualsiasi soluzione , non ci rimane altro che stare rinchiusi nelle proprie abitazioni .Per isolare i contagi o solamente per ritardarli? Sono molto preoccupata, un tale evento non si era mai visto.Quale futuro se futuro ci sarà  si prospetta?

L’Accademia Nuragica a Capoterra

 

La grande scultura del Guerriero Nuragico è ancora in  fase  di realizzazione, presso il Comune di Capoterra ,ma già suscita grande interesse nella comunità locale e non solo.   Tantissimi gli elogi agli scultori : Barbara Ardau ,  Ignazio Cappai , Gianfranco Littarru , Jennie Baila, Mimmo Domenico Di Caterino, Francesco Dessi, Antonello Pilitti .Centinaia gli astanti curiosi e divertiti , che in questi mesi si fermano , si avvicinano , arrivano di proposito o anche solo di passaggio. Tante domande e tanta voglia di confrontarsi e sentiere le parole degli scultori all’opera. Tra il suono degli scalpelli e il fruscio del vento, si assiste alla nascita di questa scultura . Notevole anche la curiosità  per  lo sguardo del Guerriero,  rivolto verso La Maddalena Spiaggia….nei suoi occhi , infatti apparentemente distaccati e sbarrati  , si legge lo spirito protettivo di un grande padre nei confronti degli abitanti, che allontana tutte le malvagità, servendosi dello sguardo e del suo potente scudo . Ad onor del vero già  , come nelle sculture sacre di tutti i tempi , il pubblico si spinge a toccarlo,  percepisce anche in maniera inconsapevole , non solo  la sua funzione apotropaica , ma la consapevolezza di ottenere aiuto e sostegno . 

 Nei dipinti in basso      Mimmo Domenico Di Caterino   racconta simpaticamente la storia degli occhi del  Gigante Nuragico L'immagine può contenere: spazio al chiuso

 

La nascita ,a cielo aperto ,del Guerriero Gigante

A Capoterra  , zona della Maddalena , provincia di Cagliari si attende con ansia  la nascita del Guerriero Gigante.

Alto quattro metri , il Gigante  sta per uscire dal blocco di Trachite. Grazie al lavoro degli scultori : Antonello, Mimmo, Jennie, Ignazio e Barbara di Capoterra.Tutta la comunità della zona sostiene e assiste giorno per giorno , il faticoso lavoro degli scultori ,  poichè avviene a cielo aperto , sotto lo sguardo diretto degli abitanti , dei turisti e dello stesso sindaco , committente della grande opera .Tutti  quotidianamente possono assistere lo sviluppo dei lavori , anche chi non è del posto perchè ogni giorno alle ore 17,30 in diretta da Facebook , gli artisti presentano il loro lavoro svolto , co la presenza di notevoli personaggi e ospiti artisti musicali . Una nuova esperienza che riguarda la diretta relazione , senza equivoci o malintesi  . La consegna del lavoro finito e l’inagurazione della possente scultura è prevista per il  primo maggio 2019

Un regalo per gli amici dell’Arte

“The Other Academy” è un libro laboratorio di confine, sospeso tra dialettica e didattica, ragiona sull’importanza delle Accademie di Belle Arti, dall’unica città metropolitana Europea (e del mondo), ancora nel 2018, priva d’Alta Formazione Artistica. “The Other Academy” vuole essere anche un tentativo di svecchiamento dell’Alta Formazione Artistica Accademica Italiana, divenuta retroguardia Europea dal punto di vista culturale e formativo, eppure il modello Accademia di Belle Arti, nasce in Italia (per essere importato ovunque nel mondo) nella Firenze Rinascimentale Medicea.”https://www.booksprintedizioni.it/libro/arte/the-other-academy?fbclid=IwAR0B76GT6uJ9x9EKCzJ3Asqos20fMbLu1F6Q-3ggWj3y6AX3YcFZYSwfjQw

 

L'immagine può contenere: 2 persone, tra cui Maria Luisa Cuturi, persone che sorridono, spazio al chiuso